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LA LEGGE 162 E LE CASSE DELLA REGIONE
Di Marisa Melis
Quotidiano Sardegna del 31 gennaio 2012
Tra le tante stranezze che abbiamo visto per l’applicazione dei criteri che assegnano i punti ai piani personalizzati della L.162 (ricordo che sono contributi che aiutano i disabili per attuare i loro progetti di vita quotidiana), già da tempo evidenziamo quello che riguarda gli anziani.
Un disabile sino a 64 anni che ha ottenuto il massimo punteggio (gravissimo è quasi superfluo evidenziarlo), può avere un contributo massimo di 14 mila euro, mentre invece un disabile oltre i 65 anni il massimo concedibile è di 5 mila euro.
Comprensibile che si debba dare più attenzione a chi alla vita si affaccia ed ha tutto in percorso da compiere. Però, ci sono persone che NASCONO disabili e fortunatamente per circostanze che capiamo benissimo riescono ad arrivare a 65 anni. Intanto, un plauso a chi li ha seguiti in tutti quegli anni, perché, la giusta attenzione ha fatto sì che, si siano attraversate positivamente le varie fasi della vita. Arrivati a quella soglia crolla il finanziamento senza che il suddetto disabile sia migliorato.
Diverso a mio parere considerare una persona che invece diventa disabile in tarda età.
Non fraintendetemi e seguite il mio pensiero, tutte due sono degni di massima attenzione, però vorrei sottolineare la realtà di chi diventa disabile in tarda età e si era costruito una vita, sia lavorativa che affettiva.
Questo ha favorito il suo percorso di vita perché avrà figli che lo seguiranno oltreché, una diversa solidità economica. Il lavoro gli ha portato una pensione su cui contare, mentre invece chi è nato disabile può contare solo sul contributo dell’invalidità civile e/o accompagnamento se ritenuto idoneo a percepirlo.
Non penso che nella nostra Regione su 31 mila casi siano una cifra sproporzionata le persone che nascendo disabili riescono a superare i 65 anni, dunque, non penso che avere per loro un occhio di riguardo più attento, possa far crollare clamorosamente le casse del nostro territorio regionale.
Questo comunque è un discorso che le persone preposte a lavorare sulla L.162 non vogliono ascoltare.
Per noi è importante accudire nel nostro domicilio un disabile e circondarlo del giusto calore umano. Diverso è istituzionalizzarlo, comporta una spesa in una R.S.A. Residenza Sanitaria Assistita di 64 euro a giornata da parte della famiglia e, altrettanto da parte degli Enti Locali.
Tanti si vedranno costretti a farlo. Quanto risparmieranno gli Enti Locali se il disabile ha un basso reddito e di conseguenza l’Ente Locale è obbligato a mettere la differenza?
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